Discrimination amd favouritism: A terrible evil before God and Man ( Homily for the 23rd sunday in the ordinary time year B September 8th 2024

HOMILY FOR THE 23RD SUNDAY IN ORDINARY TIME YEAR B

Isaiah 35:4-7a; Psalm 145 (146); James 2: 1-5; Mark 7:31-37


Oggi, ventitreesima domenica del tempo ordinario, celebriamo Cristo, nostro Salvatore, che non fa distinzione tra le classi sociali. Egli ci solleva e ci rende tutti ricchi nella fede. Lodiamo il Signore, che guarisce e ristora gli afflitti.


La nostra prima lettura è un messaggio di speranza per il popolo oppresso di Dio e per tutti noi che abbiamo bisogno del Suo aiuto salvifico. È un messaggio di restaurazione da parte del Signore, che non mostra favoritismi né ama l'oppressione. Soprattutto, è un messaggio di speranza da parte di un Padre amorevole che si prende cura di tutti i suoi figli. Egli ci dice oggi: "Coraggio, non temere! Ecco, il tuo Dio viene". 


Nella nostra seconda lettura di oggi, Giacomo disapprova il peccato di disprezzare i poveri a favore dei ricchi. Le sue parole si applicano ugualmente a tutti i tipi di pregiudizi e discriminazioni nelle nostre famiglie, nelle nostre chiese e nella società. Quindi, favorire alcune persone e trascurare altre in base alla loro situazione economica, sociale o religioso è un terribile male contro Dio e l'uomo.


Questo male affliggeva la chiesa primitiva. Questo è il motivo per cui sette diaconi sono stati eletti per evitare favoritismi nella distribuzione delle risorse, nel libro degli Atti capitolo Sei. Il messaggio di Giacomo è ancora oggi molto rilevante per tutti noi. Questo perché oggi, nelle nostre famiglie, comunità, chiese, stati e in tutto il mondo, le persone soffrono ancora terribili ingiustizie a causa di ciò che sono. Soffrono ancora a causa della loro provenienza e del colore della loro pelle.


Molte persone innocenti, povere e buone non sono apprezzate a causa del loro status economico, sociale, politico, religioso e culturale. È triste sapere che il favoritismo e la discriminazione affliggono ancora la nostra società in questo secolo. Questo non dovrebbe essere così per noi cristiani. Ovunque esistano, sono segni che noi non conosciamo oppure non comprendiamo ancora Dio e le sue vie. Le loro radici sono in questi vizi gemelli chiamati: orgoglio ed egoismo.


L'orgoglio fa pensare di essere migliori dell'altro o superiori, mentre gli altri sono inferiori. Quindi, devono essere trattati in modo diverso. L'egoismo fa pensare solo al proprio benessere e quindi ignorare le sofferenze e i bisogni degli altri. Questi vizi gemelli sono le forze dietro la teoria del "più forte è giusto", un'espressione negativa del potere.


Nel vangelo di oggi, "Gesù andava da una città all'altra facendo del bene". Tuttavia, il Vangelo non ci dice che egli guariva solo i poveri o i ricchi. Piuttosto, le Sue benedizioni toccarono e trasformarono i poveri, i ricchi, i peccatori, i giusti, i belli e i brutti. Non discriminava né mostrava favoritismi. Invece, si identificava con tutte le classi di persone.



Per gli esempi: nel vangelo di Luca capitolo dicianove, la parola di Dio ci dice che Cristo visitò e mangiò con Zaccheo, il pubblicano (Lc 19, 1-10). 

Nel vangelo di Mateo capitolo nove, la scrittura ci dice che Gesù Chiamò Levi un pubblicano e lo trasformò in san Matteo, il grande evangelista (Mt 9,9-13).  

Nel vangelo di Marco capitolo cinque, Gesù Guarì anche la figlia di un gentile, Giairo, il ricco centurione romano (Mc 5,21-43). 

Contro la tradizione ebraica, parlò con una samaritana e trasformò la sua vita portandola alla fede (vangelo di Luca capitolo quattro (4,1.42). 

Inoltre, si puo dire che lui ha guarito molti, i poveri, I ciechi, zoppi, sordi e I muti. Infatti, "Egli fece bene ogni cosa" senza favoritismi.


Infine, emuliamo Gesù mirando ad essere buoni con tutti, senza favoritismi o discriminazione. Dobbiamo fare di noi stessi uno strumento per aiutare gli altri a crescere senza badare al loro status. Dovremmo essere motivati dal fatto che "Dio ci creò tutti a sua immagine e somiglianza" (Gen 2, 27). Solo attraverso questo possiamo veramente cantare con il salmista: "L'anima mia rende lode al Signore".


Sia lodato Gesù cristo 



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